Mara Musto

Cari Vittorio e Loris, Vi avevo scritto questa lettera dopo aver ricevuto la notizia dell’avvenuta morte di Mara e della malattia di Ilio, purtroppo anche lui recentemente defunto. Ma l’indirizzo era incompleto e la lettera è ritornata indietro. Così provo ad inviarvi queste righe per e-mail. Ci eravamo conosciuti, Mara ed io, quando ero ancora un ragazzo di scuola. Ero da poco tornato dalla Francia e, dopo fatto l’esame di quinta elementare, i miei genitori mi avevano iscritto alla scuola di avviamento professionale di Tolmezzo. In tale scuola però, non era ancora funzionante la mensa di mezzogiorno, per cui venni ospitato alcuni giorni da mia zia Elsa. E fu lì che conobbi Mara. Sapevo che era mia cugina, ma per via dell’emigrazione non avevamo avuto modo di frequentarci. Io ero un ragazzino, e ammiravo questa ragazza che aveva degli orizzonti molto più ampi dei miei. La differenza di età e di residenza, faceva sì che non avessimo molte occasioni per frequentarci. Era Ilio, suo fratello più vicino alla mia età, soprattutto dopo il ritorno dall’Egitto, che mi raccontava come andavano le cose in casa Musto. Ma la mia stima per Lei rimaneva intatta anche se avevamo preso delle strade diverse, che poi alla morte di mia zia Elsa si erano allontanate ancora di più. Ho saputo della Sua morte il giorno del mio compleanno ricevendo gli auguri di Sandro Macuglia, che mi parlò non solo dell’avvenuta morte di Mara, ma anche della malattia di Ilio. La cosa mi ha addolorato, e vorrei condividere il Vostro lutto, nel ricordo di una persona che godeva della mia stima. Remo Brunetti